Una porta aperta sulla storia

Costruita da Giosuè Gignous Janavel (1617-1690), eroe di primo piano nelle lotte valdesi contro le persecuzioni del Duca di Savoia, fu teatro di assedi e battaglie, di cui reca tangibili testimonianze, tra cui l'antro scavato nella roccia viva dallo stesso Janavel come estremo rifugio per sfuggire alla cattura.

Il locale dove si può vedere la grotta di Gianavello è stato adibito a museo e potete trovarvi diversi pannelli che raccontano brevemente i passaggi della storia valdese.

Giosuè Janavel (Gianavello in italiano) era un semplice contadino di Rorà, nella Val Pellice. Quando nel 1655 il Duca di Savoia attaccò i valdesi per annientarli, Janavel organizzò la resistenza e riuscì a respingere gli invasori. Per il suo coraggio e valore venne soprannominato Il leone di Rorà e il Capitano delle Valli. Per costringerlo ad arrendersi rapirono sua moglie e le sue figlie, minacciando di bruciarle vive, e il duca mise una taglia di 300 ducati sulla sua testa, ma non riuscì mai a catturarlo. Quando la guerra contro i Valdesi finì, Janavel fu costretto ad andare in esilio in Svizzera, a Ginevra. Oramai vecchio, non potè partecipare al Glorioso Rimpatrio, ma scrisse delle Istruzioni che furono essenziali per la buona riuscita dell'impresa.

La sua abitazione è ora proprietà della Chiesa Valdese.

Janavel

Per maggiori informazioni storiche consultare i siti: www.valdesi.org e www.chiesavaldese.org.

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